Modificato 21/05/2011

 

 

Ricetrasmittenti per R/C

 

 

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I sistemi di trasmissione per i radiocomandi sono di svariati tipi che si possono suddividere per tipo di modulazione e tipo di codifica del segnale stesso trasmesso. Non è raro trovare indicazioni errate o confuse su questo argomento in internet. La modulazione, ovvero come viene cioè inviato il segnale utile (modulante) sulla portante (carrier) può essere l’economica ma poco affidabile modulazione di ampiezza (AM) come quello mostrato nell’esempio per chiarezza grafica oppure la modulazione di frequenza (FM). Altri tipi di modulazione (quadratura di fase ecc.) esulano da queste poche e semplici righe di spiegazione. I sistemi di codifica, che nulla hanno a che vedere con la modulazione,  possono essere analogici (PPM) oppure digitali. Nell’esempio un comune RC in modulazione d’ampiezza con codifica PPM. Qualunque tecnica sia usata comunque l’uscita dal ricevitore è del tipo PCM, pulse code modulation, come mostrato; questo per l’enorme platea di servocomandi già sul mercato e difficili da sostituire in blocco.

 

Esistono già ricevitori, e quindi trasmettitori, che usano protocolli di comunicazione assai più evoluti. Futaba addirittura propone un sistema assai simile per struttura, seppur semplificato, al mitico “1553” in uso nell’aeronautica maggiore, Airbus Boeing…, per il controllo dei canali.

Inutile approfondire; per ora sono primizie assolute che verranno digerite dai mercati negli anni, non nei mesi.

 

Agli ingressi del microprocessore di controllo, o del servo direttamente secondo i casi, vi sono quindi impulsi simili a quelli della figura che durano da un minimo a 1 mS ad un massimo di 2 mS. Per i controlli di pitch roll e yaw il valore di 1.5 mS è considerato il livello di neutralità. Il livello a cui il servo è fermo nella zona centrale e attende un comando di movimento.
La ripetizione del treno di impulsi è di circa
20 mS (50 Hz) ed è usata come sincronismo dal ricevitore dal microprocessore o dal servo stesso. Si noti che spesso il ricevitore è connesso direttamente agli ESC dei motori, elicotteri aerei ecc. , e se viene a mancare il sincronismo questi si spengono, dopo pochi secondi, automaticamente evitando danni più gravi. Nel caso di oggetti volanti il crash è garantito.

 

Attenzione: in alcuni casi di radio riceventi digitali (tipicamente le nuove 2.4 GHz) si è notata la sovrapposizione dei canali senza cioè la loro successione temporale. Questo perché il segnale viene “bufferato” come si dice in gergo dal software del ricevitore e inviato, come sarebbe più logico in contemporanea alle uscite. Il software di controllo deve tenerne conto e deve essere esclusa qualsiasi tecnica di somma analogica (semplici resistenze) del segnale come è stato fatto da alcuni progettisti con i chip microcontrollori più piccoli.
Ancora può accadere che i segnali non siano corretti e si abbia quindi uno zero inferiore al millisecondo oppure un massimo superiore ai due. Occorre tenerne conto in sede  taratura che è obbligatoria in caso di usi raffinati come elicotteri specie se multi motore (quadricotteri e simili).

Il quinto canale, qui per uso toggle ovvero on/off, ha un timing che dipende dal costruttore del radiocomando e che di regola varia tra un minimo inferiore a 1.3 mS per lo stato off e un massimo superiore a 1.7 mS per lo stato on. Il segnale toggle di regola è mosso con lentezza, circa 1-2 secondi, con una rampa adatta ad usi come carrelli aerofreni eccetera. E’ da regolarsi in fase di tuning del sistema anche questo canale ausiliario con attenzione; spesso è usato, per gli elicotteri, per lo shut down del sistema e il relativo atterraggio forzato in automatico.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Diagramma dei segnali: mi si scusi l’Inglese ma l’articolo doveva essere in questa lingua

 

 

 

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