19/12/2004

Rev 15/2/2008

 

Il nucleare

 

 

Una delle discussioni più accese che in genere si hanno tra le persone è quella sulle centrali nucleari e se sia giusto o meno costruirle. La cosa buffa è che le persone parlano di questo senza avere, quasi sempre, una conoscenza della cosa ma solo per sentito dire. Sentito dire magari da qualche giornalista o qualche politico. La cosa ha generato vere e proprie risse tra i politici, dove la cultura scientifica è notoriamente scarsina. Guardiamo da vicino la cosa, per quello che posso vedere io, e giudichiamo in maniera un po’ più asettica.

 

 

 

La paura

 

La paura viene dal ricordo storico di quanto accaduto in Giappone durante l’ultima guerra mondiale. Il terrore e la sofferenza generata dall’esplosione delle due atomiche ha portato molte persone a considerare l’atomo come il nemico numero uno dell’umanità.

In realtà di pericoli, nell’atomo di per sé, ce ne sono pochi. L’esplosione è infatti una cosa che può essere generata solo deliberatamente da una costruzione volontaria di un ordigno atomico. Da solo l’atomo non solo non esplode, ma anzi, si rifiuta assolutamente di farlo.

Anche la più terribile centrale nucleare ipotizzabile, anche la più scalcagnata tra queste, non può, per questioni fisiche esplodere ma al massimo emettere, involontariamente radiazioni. Queste sono le uniche, le radiazioni, di cui dobbiamo avere paura, e non sempre a ragione. Molti parlano di esplosione atomica a Chernobyl.

Nulla di più errato. Continuo a leggere su groups e forum di ogni tipo, purtroppo anche scientifici, di esplosione atomica.

Assolutamente falso.

 

 

Chernobyl

 

A Chernobyl, la madre della disfatta nucleare in Italia, l’esplosione c’è stata, certo, ma era di tipo chimico. La grafite, incendiata e ad altissima temperatura a generato idrogeno dall’acqua di raffreddamento: la poca rimasta dopo la folle chiusura dei sistemi di emergenza. L’idrogeno, surriscaldato, è esploso, chimicamente,  esattamente come potrebbe avvenire in una comune bomba piena di un qualunque esplosivo. La grafite incendiata, il peggior incendio che si possa immaginare e quasi impossibile da spegnere, ha poi continuato a bruciare violentemente e portato per aria tonnellate di materiali radioattivi. Nessuna esplosione nucleare è avvenuta lì, ne potrebbe esserlo stato. Una centrale non può, per nessun motivo, esplodere atomicamente. Al massimo può fare danni, e anche tanti, ma non esplodere. Oltre a tutto Chernobyl non è stato un incidente nucleare, ma, se mai, una pazzia politico militare. In occidente una simile centrale non sarebbe mai entrata in funzione e la sola proposta di costruire una centrale a grafite, stile anni ’50, avrebbe portato il costruttore nelle patrie galere. Ma vediamo il problema vero, le radiazioni.

 

 

 

Radiazioni

 

Un atomo può essere immaginato come un insieme di palline, neutroni e protoni, legate tra loro a formare un nucleo, e da un guscio di palline, molto più piccole, gli elettroni, che gli girano attorno.

Che poi girino o meno è da vedersi ma immaginiamolo così per semplicità.

Un atomo differisce da un altro quindi per il numero di elettroni (e) che ha, e che deve essere uguale a quello dei protoni  (p) che ci sono nel nucleo. Questo numero si indica con la lettera Z o numero atomico.

Se gli elettroni sono in più o in meno l’atomo diventa elettricamente carico, ma questo caso a noi ora  non interessa. Altra cosa interessante è il numero dei neutroni, elementi di carica elettrica nulla, che sono, generalmente nello stesso numero o quasi dei protoni. È proprio questo quasi che ci interessa.

 

Atomo di elio He

 

Tra gli elementi naturali partiamo dall’idrogeno H (Z=1)  He(Z=2) e via via, attraverso tutti gli altri come l’ossigeno O (Z=8) e il ferro Fe (Z=26) arriviamo al piombo Pb (Z=82). Sono tutti atomi pacifici e quindi stabili: non certi loro isotopi ma questo lo vediamo dopo.

Altri elementi sempre naturali e assai poco comuni in natura sono meno mansueti.

Ad esempio il Radio, o l’Uranio,  sono dal punto di vista atomico leggermente diversi. In questi elementi il numero dei protoni è largamente minore dei neutroni, che normalmente come già detto, sono in quantità equivalente. In queste condizioni l’elemento naturale diventa instabile e tende a decadere. Questo processo, per cui un nucleo atomico si trasforma nel nucleo di un elemento diverso o, se vogliamo, raggiunge uno stato energetico minore, genera l’emissione di radiazioni ionizzanti. Questa emissione si può catalogare come segue.

 

decadimento radioattivo alfa

decadimento radioattivo beta (positivo o negativo)

decadimento radioattivo gamma

 

 

Facciamo però un passo indietro e parliamo prima di ionizzazione e elettronvolt

 

 

 Ionizzazione

 

Si parla di ionizzazione nel caso in cui una energia esterna che vedremo, colpisce un atomo strappandogli degli elettroni. L’atomo rimane quindi carico elettricamente (+) e cercherà in qualche modo di ritrovare il suo equilibrio elettrico riconquistando un elettrone. Si noti che quando questo avviene si ha la generazione di un fotone, cioè di un’onda elettromagnetica che può essere anche pericolosa per l’uomo a seconda della frequenza che questa ha. Si noti anche che, mentre per un metallo la ionizzazione rappresenta uno stato quasi normale1, quando si parla di altri elementi e sopra a tutto molecole complesse, come quelle dell’organismo umano, la ionizzazione può essere un danno di per se stessa.

1 Bassa energia di prima ionizzazione

 

 

 

Elettronvolt eV

È la misura dell'energia delle radiazioni ionizzanti ed è espressa in elettronvolt eV.
Un elettronvolt (1 eV)  è quindi l'energia che ha un elettrone quando passa tra una differenza di potenziale di 1 Volt  nel vuoto.

 

Le radiazioni ionizzanti

 

 

Particelle alfa

 

Le prime nella scala delle radiazioni pericolose sono, ne più ne meno che un nucleo di elio cioè due protoni p e due neutroni n,  lanciati ad alta velocità. L’elemento che le genera si trasforma in nuovo elemento con numero atomico Z - 2, avendo perso due protoni e quindi due elettroni. L’energia generata è di regola circa 4 MeV e la velocità del piccolo nucleo di elio di 15 o 20 mila di km/s: 1/15 di quella della luce.

Il loro potere penetrante è debole e viene fermato ad esempio da spessori di 1/10 di millimetro di leggerissimo alluminio o da un foglio di carta da imballaggio. Non sono in grado di superare lo strato superficiale dell'epidermide. Nell’aria percorrono, libere e senza urti non più di 3 o 4 centimetri.

Il loro potere ionizzante è assai elevato e ogni particella è in grado di produrre in aria 4000 coppie di ioni per ogni millimetro percorso.  La loro pericolosità è però assai bassa. Le particelle alfa sono pericolose solo se emesse direttamente dentro il corpo umano, ad esempio in seguito ad inalazione o ingestione di sostanze emettitrici.

In tutti gli altri casi il loro potere penetrante è nullo. Quindi è impossibile ricevere un danno da una simile sorgente, naturale o meno.

 

 

 

 

Particelle beta

Sono costituite da elettroni (e-) e da positroni (e+)  emessi ad alta velocità.
Il decadimento beta è un processo radioattivo per cui
un neutrone decade in un protone con emissione di un elettrone e di un antineutrino. All’inverso un protone può decadere in un neutrone emettendo un positrone (e+) ed un neutrino.
Se queste particelle urtano la materia possono a loro volta essere causa della emissione di raggi X.
La loro energia va da pochi keV a diversi MeV con velocità vicine o corrispondenti a quella della luce (300 mila km/s). Il loro potere di penetrazione è debole e non và oltre i pochi millimetri nell’allumino, i decimi di millimetro nel piombo, e pochi millimetri (5 o 10) nella pelle. Bastano pochi centimetri, 1 o 2, di una tavola di legno per fermale. Nell’aria percorrono non più di un metro se non sono bloccate da urti. Il loro potere ionizzante è minimo. Nell’aria una particella beta produce circa 4 coppie di ioni per millimetro.  Le particelle beta sono pericolose, come le alfa, solo se emesse dentro il corpo umano come già visto per le alfa stesse. All’esterno occorre che siano emesse vicino ad organi che sono a meno di 10 o 20 millimetri dalla cute. Solo il cervello e gli occhi quindi sono in pericolo, per sorgenti che generino queste radiazioni molto vicino alla testa; i pericoli sono quindi trascurabili per la salute umana.

 

 

Raggi gamma

 

Sono costituiti da onde elettromagnetiche come i fotoni o se volete la luce. Occorrerebbe dire che non esiste differenza tra particelle e radiazioni: la cosa è del tutto teorica e quindi lasciamo perdere.

La radiazione ha una frequenza che varia da elemento ad elemento radioattivo con lunghezze d'onda comprese tra i 10-14 e i 10-11 metri. L’energia va da pochi keV a molti MeV ed è proporzionale alla loro frequenza (legge di Plank). La velocità è ovviamente, nel vuoto, quella della luce. Il numero atomico non varia dopo l’emissione del raggio in quanto questo è associato di regola al decadimento alfa o beta già visti. In particolare i raggi gamma derivano, in quasi tutti i casi, dalla annichilazione di un positrone già emesso.
Il loro potere penetrante è fortissimo. Occorre qualche centimetro di piombo per far diminuire l'intensità del 50%. Forte è anche il loro potere ionizzante. La loro pericolosità è altissima. Sono in grado fare danni enormi al corpo umano anche a grandi distanze.

 

 

Raggi X

 

Sono costituiti da radiazioni elettromagnetiche come i raggi gamma, ma hanno frequenze minori cha vanno da 10-11 a 10-9 metri. Di regola non sono emessi, come i raggi alfa, beta e gamma, da nuclei radioattivi ma da apparecchiature elettroniche costruite appositamente. In qualche caso ci sono emissioni anche da parte di raggi beta negativi che, ad alta velocità, urtano la materia, ma è una sorgente di secondo ordine per la nostra sicurezza. In natura solo nel cosmo esistono sorgenti naturali di queste radiazioni ma, per fortuna, assai lontane. Sono emissioni quindi trascurabili dal punto di vista biologico.

Le sorgenti sono quindi quasi sempre artificiali e legate a scontri tra elettroni ad alta velocità e la materia,. Un esempio semplice è il tubo di Roentgen.

L’energia va da alcuni keV a molti MeV e la velocità è quella ovviamente della luce.  Il loro potere penetrante è molto forte e la ionizzazione altrettanto. La loro pericolosità è molto elevata, anche se inferiore a quella dei raggi gamma. Di regola, essendo sorgenti artificiali non costituisce un pericolo per la vita umana.

 

 

Neutroni

 

In natura praticamente non esistono liberi (ad alta energia) ma sono sempre frutto di trasformazioni atomiche o di macchinari appositamente costruiti (acceleratori). Si possono dividere nelle seguenti categorie.

neutroni derivati da effetti termici                 energia 1/10 eV
neutroni lenti                                               energia da 1/10 eV a 100 KeV
neutroni veloci                                            energia da 100 KeV ad molti MeV
neutroni ad alta energia                                energia
superiore a 100 MeV

 

Un neutrone veloce o ad alta energia può essere considerato la cosa più pericolosa che ci sia nel campo delle radiazioni.

Il loro potere dirompente per le cellule biologiche è infatti altissimo.

 

 

 

 

Tratto da un sito di divulgazione Inglese

 

Dosi e pericoli per l’uomo

 

Ma quanto sono pericolose queste radiazioni?

Cominciamo col dire che ogni forma di energia elettromagnetica è pericolosa per il corpo umano. Tutte, anche quelle con cui vediamo il telegiornale la sera. Sempre onde elettromagnetiche sono. In pratica il rischio è però correlato, direttamente, con l’energia che ognuna di queste onde porta con se. Dato che questa è E = ћυ è ovvio che più alta è la frequenza e più alti sono i rischi. Ma cosa accade?

Ogni volta che un’onda ci colpisce, sia essa un’onda elettromagnetica o un neutrone ad alta velocità, questa passa, nel 99,99 eccetera, vi evito tutti i nove del caso, percento dei casi attraverso il corpo umano senza altri danni. È il motivo per cui ci facciamo le radiografie con i raggi X. Se questi non passassero attraverso il corpo che le faremmo a fare?

Ovviamente non tutte queste onde passano indenni, altrimenti nella lastra non vedremmo nulla. Solo una parte, piccolissima viene fermata (meglio sarebbe dire assorbita) dal corpo umano che vi è davanti.

È questo assorbimento che genera il danno. Nel tempo si sono costruite molte scale di ogni tipo e genere per il controllo delle radiazioni. Il fatto è che non conta tanto la quantità di particelle o radiazioni ne la loro energia intrinseca quanto il danno effettivo che queste possono generare. Inutile quindi parlare di flusso o di energia ma occorre parlare di dosi in quanto il problema è del tutto statistico.

Oggi esiste una misura unificata il Sievert (Sv) riconosciuta ed usata in tutto il mondo.

 

1 Sv = 100 rems   1 mSv = 0,1 rems o se preferite 1 Sv = 1J/Kg * Q. Dove Q è il fattore di merito o di assorbimento.

 

Senza entrare troppo nel dettaglio delle scale e dei loro significati fisici, che a noi interessano poco facciamo alcuni esempi concreti e più utili.

 

 

Radiazioni cosmiche

Ammontano a 300 o 400 μSv anno sulla superficie terrestre. Volando tra i 10.000 e i 12.000 metri di altezza le radiazioni cosmiche aumentano fino a 100 volte il valore terrestre. In pratica in un’ora di volo a quelle quote si assorbono delle notevoli dosi in più di radiazioni. Non per nulla molte compagnie aeree cercano di limitare la quota dei loro voli per la sicurezza, sopra a tutto, del proprio personale navigante che di rischi ne corre un po’ più del normale viaggiatore.

 

Radiazione di fondo terrestre

È quella a cui noi tutti siamo sottoposti, giorno dopo giorno, ed è dovuta al contenuto della crosta terrestre. Si è stimato nel valore di 1.6 mSv anno la media di assorbimento degli abitanti terrestri ma ci sono zone dove si può arrivare a valori di 8 mSv, sempre per anno. In Svizzera la radiazione di fondo, ad esempio è di 5 mSv. Basta una miniera o dei giacimenti di certi gas per portare i valori a questo livello. Non è dimostrata la pericolosità dell’esposizione a queste dosi.

 

Accertamenti diagnostici

Ogni qualvolta si fanno accertamenti diagnostici in media si assorbono tra i 10 μSv e 1 mSv per radiografia in pochi millisecondi. Questo escludendo quelli più aggressivi dove si arriva purtroppo anche a  8 o 10 mSv che vengono invece assorbiti nell’arco di alcuni minuti.

 

Fonti casuali di radiazioni elettromagnetiche

 

Una delle fisime tipiche della gente sono i forni a microonde, i cinescopi delle televisioni o computer e, ultimamente, e senza in questo caso torto, i telefonini cellulari. A parte i CRT si tratta di generatori di onde non ionizzanti ma pur sempre ad alta frequenza e densità.

 

Forni a microonde

Generano onde elettromagnetiche fortissime, ma confinate in un piccolo spazio che è l’interno del forno stesso. La loro frequenza è di circa 1.6 GHz, una frequenza quindi molto più bassa rispetto a quella delle radiazioni ionizzanti.

Nonostante questo, ma considerando la densità della radiazione, si può dire che un apparecchio di questo tipo, in buone condizioni rappresenta un rischio di circa 10000 (104) inferiore2 ad un telefonino. Mi sembra basti.

2 Numero determinato dal fattore di attenuazione in dB del contenitore del forno

 

Tubi CRT o tubi catodici

Si tratta di apparecchi che hanno un funzionamento, spero nessuno me ne voglia per la battuta, di tipo atomico.
Sì perché generano fotoni visibili a partire da elettroni ad alta velocità che urtano in continuazione contro una superficie fatta di atomi “sensibili” a questo trattamento, leggi fosforo, e che quindi emettono facilmente fotoni dopo l’urto. Anche se, ad onor del vero, i CRT emettono anche raggi X, esattamente come previsto dalla teoria, la loro dose è irrisoria. Specie negli ultimi tipi molto schermati. Va tenuto conto che sono oramai in disuso visto la crescita del mercato dei monitor a LCD; o TFT se preferite. Oltre 50 anni di storia del tubo catodico non ha portato a nessuna statistica negativa sugli utenti. Nemmeno quelli, pensiamo ai controllori di volo negli aeroporti, che hanno usato e abusato di questi mezzi per migliaia di ore, e spesso con tecnologie obsolete.

 

Telefonini

Sono la mania di questa epoca e sono, per assurdo, la cosa più pericolosa che usiamo senza saperlo. La loro banda di emissione va dagli 0.9GHz agli 1.8GHz. Un telefonino, specie se usato in auto, dentro cioè un ambiente metallico chiuso, può generare campi, in questo caso stazionari, anche di oltre 200 V/m. Un livello assolutamente pericoloso che dovrebbe essere evitato nella maniera più assoluta. Pur non trattandosi di onde ionizzanti, esattamente come il forno a microonde, il loro livello è tale da generare molti più rischi di qualunque altra fonte comune nelle nostre case.

 

 

 

 

Quale è la soglia di pericolo?

 

In realtà è impossibile conoscerla. Essa dipende dal tempo in cui si assorbe oltre che dalla dose stessa e, cosa assai più grave, dipende anche dall’età del soggetto. Per un bambino le radiazioni sono assai più deleterie che per un adulto. Parlando del rapporto dose tempo vediamo un esempio.

Un lavoratore in una centrale nucleare assorbe più o meno 10 o 15 mSv anno. In trenta anni è nulla, e la statistica ci dice che non ci sono casi anomali. Se invece assorbisse gli stessi 0,3 o 0,4 Sv in un minuto allora le cose cambierebbero portando alterazioni del sangue e di alcune funzionalità biologiche. Sempre però reversibili, ma siamo all’allarme rosso.

Se poi il livello si porta oltre i 2 / 4 Sv le probabilità di salvezza diventano bassissime. Oltre 8 Sv, è il caso degli operai di Tokaimura, la morte è quasi certa. I pompieri di Chernobyl potrebbero essere arrivati  a superare i 20 Sv minuto.

 

 

 

 

Chi ha ragione: gli ambientalisti o i nuclearisti?

 

Io non posso, ne ho l’autorità, per dire una cosa del genere. Porto solo delle tesi.

 

Il rischio

I rischi ci sono in tutte le attività umane. Il fatto che una centrale a petrolio inquini giorno per giorno invece che in un colpo solo in caso di incidente come una nucleare non è un buon metodo di giudizio. Anzi. Al limite è meglio tutto e subito, potendo poi porre rimedio, che non poco alla volta. Se fosse possibile essere certi che non possa capitare mai un incidente grave o peggio gravissimo, di sicuro è molto meglio una centrale nucleare che una a petrolio. Occorre essere onesti.

Purtroppo questa sicurezza non c’è.

 

L’inquinamento

Qui occorre essere categorici. Una centrale atomica inquina un miliardesimo di una centrale a carbone e centinaia di volte meno di una a petrolio. Sostenere il contrario è stupido: i dati sono a disposizione di tutti. È dimostrato come le morti per inquinamento nel mondo siano talmente tante a causa dei combustibili organici, e quasi punte per quelli nucleari, che è un discorso inutile. Si pensi che nella verdissima Francia l’età media vicino alle centrali nucleari, e sono oltre 50 in funzione,  è addirittura più alta che nelle metropoli. Sarebbe lungo parlare di questo ma basta un dato: il controllo dell’aria nei dintorni dei reattori è tale che, se a qualcuno venisse in mente, come accade spesso in Italia, di dare fuoco ad un cumulo di rifiuti creando una nuvola di gas inquinanti, dopo un secondo interverrebbero le forze dell’ordine, di ogni tipo e genere, a causa dell’allarme generato dalle centraline che, a distesa, controllano tutto e tutti.

Io, ve lo dico francamente, preferirei di gran lunga stare in una ipotetica isola dei carabi accanto ad una centrale nucleare che non in centro a Milano!

 

 

Il costo

Qualcuno ha scritto, nei tempi della disputa sul nucleare che l’energia elettrica dell’atomo, una volta costruita la centrale era gratuita. Insomma, una volta fatta, per cento anni si sarebbe illuminato Roma gratis. Nulla di più errato. L’energia elettrica fatta col nucleare costa, e costa cara. Stime recenti parlano di un pareggio col petrolio intorno ai 18 o 20$ al barile. Sotto questa cifra il nucleare non conviene e occorre tenere conto che, nella stragrande maggioranza dei casi, l’energia nucleare è sovvenzionata generosamente dai governi, come accade ad esempio in Francia. Probabilmente il costo deve essere più alto di quel che si dice. Prova ne sia che negli USA, paese dove spazi, tecnologie, e anche permessi politici non mancano certo, l’atomo genera solo una piccola parte della corrente elettrica usata. Questo la dice lunga.

Diciamo che l’argomento costo è forse quello più vincente da parte degli ambientalisti.

 

 

I rifiuti

È inutile dire che di rifiuti una centrale ne produce. Non si tratta solo delle barre usate, altamente radioattive dopo il funzionamento, e che forse sono, per assurdo, le meglio riciclabili, ma di tutti gli altri oggetti, filtri, pezzi di ricambio, liquidi eccetera, che rimangono da stoccare. Tutto questo materiale deve essere custodito per decine o, in qualche caso, centinaia di anni. Ma dove? In Italia, per aprire una discarica per rifiuti urbani occorrono 500 o 600 permessi e, di solito, una decina di scioperi e sommosse. Figuriamoci l’idea di aprire una discarica nucleare. L’unica sarebbe l’esportazione all’estero di questi materiali ma… ci costerebbe più il riciclaggio, all’estero, dei materiali esausti di quanto risparmieremmo, forse, nel produrre corrente elettrica. Pensate che non siamo riusciti a stoccare nemmeno i rifiuti biomedicali, che per forza dobbiamo produrre se vogliamo una sanità. All’estero anche quelli. Non siamo, diciamo così, un paese adatto a queste cose.

 

Chi poi abbia ragione tra i due schieramenti decidetelo voi.

 

 

 

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