14/05/2011

 

Montaggio di una Arduino Uno® su frame DAEDALUS® Kinjal 12” Mini Quad Frame

 

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Parte 1

 

 

Foratura del carbonio.

La basetta di supporto del frame Daedalus non  è adatta di per se ad ospitare la mini board Arduino UNO per via delle forature non corrispondenti alla strana sagoma della board.

 

 

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Per adattarla occorre riforare il carbonio ma occorre anche starci molto attenti: è durissimo e anche fragile. Prima di iniziare occorre capire cosa si vuole fare. Volare a X o volare a + ? La domanda non è banale perché sulla board (lo shield che vi viene montato sopra) vi sono i sensori giroscopici e accelerometrici che hanno un verso ben preciso.

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Shield by AeroQuad© Ver 1.8


La regola dice che il volo a + è più semplice facile ed intuitivo mentre quello ad X più adatto a mantenere una visuale anteriore più ampia per usi fotografici o di ripresa. Date le dimensioni microscopiche del frame (12”) direi che un uso del genere sia improprio e quindi consiglio di partire con la canonica configurazione a +.

NOTA: teoricamente modificando il software di volo è possibile usare qualunque posizione della board, ovvero dei sensori, rispetto all’asse di volo. In pratica è una complicazione che può mettere in crisi coloro che non sono in grado di modificare il software stesso ruotando, in questo caso, di 45 gradi gli assi dei sensori. Si ricordi che i flag di compilazione + e X non ruotano i sensori in questo senso (45°) ma indicano al software, che si aspetta i sensori sempre allineati, di variare solo i dati per i motori da inviare agli ESC. Insomma, è bene non sbagliare.

 

 

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Per iniziare si nastra con del nastro di carta, quello da carrozzieri la lastrina segnando bene la posizione voluta: vedi immagine. La board deve essere centrata sul supporto e deve essere in posizione tale da poter rimontare poi il “roll bar” superiore che ci andrà decisamente preciso sopra.
Si metta la board sulla carta e con un pennarello si segni i primi due punti. Attenzione a non fare insieme le quattro segnature perché l’errore è dietro l’angolo. Si prenda ora un trapanino tipo Dremel e una punta di 1-1.5 mm. Si faccia girare il trapano abbastanza lentamente. Se si ha un supporto a colonna meglio ma comunque occorre mettere un pezzo di legno sotto il carbonio per evitare vibrazioni inutili e pericolose. Non si provi a farlo a mano libera o sul bordo di un tavolo perché potrebbe rompersi.

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Vi accorgerete che forare il carbonio è come forare il vetro: è durissimo, tanto che a bassa tensione il povero vecchio alimentatore non ce la faceva proprio. Sono passato ai metodi rudi con una belva da 40 A. L’odore acre che sentirete non è il carbonio, che non puzza, ma la resina che surriscalda: non vi preoccupate. Non è particolarmente nociva, non in questi dosi.

 

 

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Finito di fare i primi due fori guida si controlli che tutto sia andato bene e si monti una punta di tre. Per allargare i fori il consiglio è di appoggiare prima la punta ferma sul forellino, svasare un poco a mano, e poi accendere, sempre a bassa velocità il trapano. Si cerchi di andare diritti perché il foro ovale è facile da ottenere e non bello. A questo punto si monti due perni di riferimento per il controllo e per il blocco della board e si segni gli altri due fori. Si ripeta il procedimento e dovremmo ottenere quanto qui sotto. Non si usi lime per rifinire i fori ne si sottoponga a vibrazioni anomale le fibre circostanti per evitare spiacevoli sbreccature del materiale. Al massimo con una punta di 4 si può sbavare, a mano rigorosamente, i fori svasando e ripulendo gli stessi ma non altro. Consiglio mio: lasciare perdere.

 

 

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Ammortizzatori montati, saranno i giroscopi a dire con i loro residui se la cosa funziona davvero o no.

 

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