Ultima
modifica 24/06/2003
Aspiratore a manina ovvero
il problema del fondo
I puristi non
leggano: si suicidano altrimenti. Questo articolo è per chi ha poco tempo e
poca voglia di perderlo sopra a tutto.
Il fondo è sempre
stato uno scoglio per qualunque acquariofilo. Si sporca sempre, in
continuazione, e lo sporco penetra nella terra, di regola piccoli sassi, del
fondo inquinandolo, a volte in maniera grave. I residui di cibo, gli escrementi
dei pesci, le foglie ed altro materiale organico generano una mistura micidiale
dal punto di vista chimico.
Di mezzi per
tenerlo pulito ce ne sono, in teoria, molti: tutti rigorosamente non
funzionanti.
Gli aspiratori di fondo
Si tratta di
oggetti che, in genere attaccati alla pompa dell’aria, risucchiano il sudicio
del fondo e lo pongono in un contenitore, filtro in testa, dell’apparecchio. Ce
ne sono di due tipi grossolanamente.
Quelli piccoli ed
economici, da attaccare alla pompa dell’aria, che sono troppo poco potenti. Non
sono in grado di raccogliere il sudicio sul fondo, dopo il primo strato di
sassi, e spesso, data l’economia degli oggetti perdono dalle giunture del tubo
telescopico, il tappo gocciola e, nello svuotarli, spesso e volentieri si
allaga il pavimento. Sono, come s dice a Firenze, dei “troiai”.
Quelli più
costosi e, se dotati di motore autonomo, di norma potenti, aspirano invece
bene, anche troppo, e quindi si intasano di sassi e altri oggetti che non
dovevano raccogliere dopo pochi secondi. I migliori riescono a lavorare per due
o tre minuti senza aver bisogno di essere vuotati. Quasi sempre, comunque,
buona parte del sudicio scappa al filtro di testa e torna nell’acqua:
apparentemente un lavoro inutile. È da qui che ho avuto l’idea.
Dopo aver
constatato un sudiciume sul fondo orribile, nonostante l’uso di uno di questi
aggeggi, ne ho avuti tre tipi diversi, e un peggioramento costante delle
caratteristiche dell’acqua ho pensato che, se tanto in circolo il sudicio
doveva finire… che ci finisse bene.
La manina
Arrabbiato per la
sporcizia che vedevo decisi di provare ad agitare una mano vicino al fondo e,
sopra a tutto, sopra alle piante al disotto delle quali l’aspiratore non poteva
arrivare: io ho un tappeto di Anubias nane.
Si è sollevata
una tale nuvola di sporco da oscurare l’acquario per dieci minuti: un disastro
ecologico.
Ho connesso la
pompa secondaria di emergenza per un totale, esagerato è vero, di quasi 2000
l/h, ed ho atteso il ritorno alla quasi normalità. Ho quindi ripetuto la cosa,
incuriosito dalla quantità enorme di sudicio che avevo trovato e il nuvolone,
quasi peggio di prima si è ripetuto. Dopo cinque o sei volte la cosa non ha
dato più esito e il fondo, forse per la prima volta, sembrava davvero pulito. I
pesci erano, moderatamente ....”incazzati” ma in compenso avevano trovato una
montagna di vecchio cibo che stavano mangiando a quattro palmenti!
Ho deciso di
ripetere questo esperimento dopo una settimana e, devo dire, di sudicio sul
fondo ce ne era assai poco, nessuna grande nuvola ma solo un po’ di briciole e
di escrementi che volavano. A distanza di un anno il fondo risulta
discretamente pulito, l’acqua non ha più problemi, e le piante e i pesci
crescono bene senza sembrare troppo disturbati da questo brutale sistema.
I vantaggi sono:
non costa nulla, e non è poco. Funziona meglio degli aspiratori poiché arriva
anche dove l’aspiratore non può. È meno seccante dell’uso dell’aspiratore:
basta pulire le spugne un paio di ore dopo e non cento volte la mini spugna
dell’aspiratore.
Gli svantaggi
possono essere diversi. Innanzi a tutto lo si può fare solo con pesci robusti
e, direi, spiritosi. Immagino che in un allevamento di Discus da 200 € l’uno
non sia praticabile. Inoltre occorre un acquario che permetta di muovere la
mano all’interno senza problemi. Diciamo che è possibile dai 100 litri in su.
Paolo Lavacchini
Per insulti, da
parte dei puristi, o consigli